
Caldo e salumi, le regole per conservarli al meglio
Nell’estate dei record per numero di presenze, temperature e prezzi il pranzo al sacco torna di moda. Alternativa economica, leggera e creativa a un pasto al ristorante, il packed lunch conquista sempre più estimatori, e trova nei salumi un ingrediente versatile e molto amato, soprattutto dai giovani.
Ma con le alte temperature il rischio che sviluppino di microrganismi e che si alteri la qualità e la sicurezza dei salumi è elevato, e le modalità di corretta conservazione sono fondamentali! Ecco alcune semplici accortezze per gustarsi in tutta sicurezza il salume preferito.
Non ci sono particolari problemi per i pre-affettati: vanno mantenuti in frigorifero (o borsa frigo) nella loro confezione, non oltre la data di scadenza, oppure, se affettati al banco, nella busta salva-freschezza o in un contenitore chiuso, e consumati preferibilmente entro poche ore (12 per il prosciutto crudo, 48/72 massimo per il cotto).
Conservare correttamente un salame intero è invece meno intuitivo e, a seconda della tipologia, vanno previste diverse accortezze. La prima differenza da considerare è fra salami preconfezionati e salami sfusi.
I primi, la cui stagionatura è stata “bloccata” durante il processo di lavorazione e trasformazione, sono meno delicati e si conservano più a lungo. Sono normalmente venduti sottovuoto o confezionati in atmosfera protettiva e il peso è già stampato sulla pellicola della confezione.
Quelli sfusi a peso variabile, invece, vanno incontro a un calo di peso per effetto della naturale perdita di umidità durante la conservazione ed è meglio consumarli entro alcuni giorni, scartando la prima fetta qualora sia già stato aperto e non consumato nelle ore precedenti.
Per entrambe le tipologie di vendita, il salame deve essere conservato in un ambiente refrigerato a una temperatura di circa 4°C e, una volta affettato, si consiglia di proteggere la superficie di taglio con della pellicola.