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Rapporto CENSIS-ASSICA-UNAITALIA: gli italiani amano la carne (vera!)

Recentemente è stato presentato il rapporto CENSIS-ASSICA -UNAITALIA per il buon uso del Recovery Fund nel rilancio delle filiere della carne. Sottotitolo dello studio è “Le buone soluzioni per l’Italia della filiera avicola e dell’industria della carne e dei salumi” proprio perché è nato con l’obiettivo di contribuire a riportare il dibattito pubblico sui prodotti della carne e, in generale, sull’attività delle imprese agricole e dell’allevamento delle filiere suinicole e avicole, dentro i confini molto concreti della realtà attuale e delle dinamiche future attese.

Secondo i dati del Censis, le reiterate campagne denigratorie sulla carne non scalfiscono il buonsenso degli italiani: l’82,5% dichiara esplicitamente che la giusta quantità di carne bianca e rossa è componente fondamentale di una buona dieta e perché parte della dieta mediterranea. E il 64,9% non si fa condizionare da eventuali informazioni negative o fake news sul tema.

“La reiterazione incessante di semplificazioni e infondatezze su produzione e consumo di carne – afferma il dg Censis Valeri – non fa breccia nel corpo sociale, e ne sono più impermeabili i giovani (67,9%) ed i laureati (67,3%). Di fatto, la maggioranza degli italiani si è formata una propria idea sulla produzione e consumo di carne che resiste ai condizionamenti esterni ed alla proliferazione di informazioni negative. Così, il 61,3% è contrario all’idea che si debba smettere di produrre carne e chiudere gli allevamenti perché così si salverebbe il pianeta dal riscaldamento globale: il 30,6% la considera una delle tante fake news che circolano sul settore e per un ulteriore 30,7% è una minaccia perché si colpisce un intero settore e un alimento importante. Solo il 25% – conclude Valeri – ritiene veritiero il nesso tra allevamenti e produzione di carne e riscaldamento globale, mentre il 13,7% non ha una opinione precisa in merito”. Oggi il 96,5% dei cittadini dichiara di mangiare carne, di cui il 45,9% regolarmente ed il 50,6% di tanto in tanto. Gli italiani sono inoltre consapevoli che la filiera della carne si è evoluta e modernizzata: nessuno è convinto di mangiar carne con le stesse caratteristiche di quella di 30 anni fa. A sorpresa, a mangiare con regolarità carne sono soprattutto i giovani (62,8%) con una quota più alta di quella di anziani (30%) e adulti tra i 35 e il 64 anni (47,7%).

Emerge chiaro un “No” alle presunte alternative. Per il 79,9% degli italiani la carne fatta con prodotti vegetali non può essere considerata carne: per questo vogliono che siano proposti chiaramente come prodotti distinti e diversi da quelli della carne. Lo sforzo promozionale per la carne prodotta in laboratorio – secondo il Censis – non conquista quindi gli italiani: l’85,6% dichiara di non volere cibi fatti in laboratorio, ma da agricoltura e allevamenti tradizionali. Altra alternativa che non convince sono gli insetti, con l’83,9% che non è disposto a mangiarli. Gli italiani non vogliono ambiguità lessicali e informative: per il 93,4% occorre sempre distinguere in modo inequivocabile nelle etichette i prodotti di carne da animali allevati in modo tradizionale e quelli di carne sintetica creata in laboratorio. Importante l’economia circolare: il 90,5% valuta positivamente le imprese e i prodotti che utilizzano materiali che possono essere recuperati e riciclati. Un fattore comune a tutti i livelli d’istruzione è, infine, conoscere la provenienza della carne che si consuma e il benessere animale: il 94,1% per i prodotti della carne vuole indicazioni su provenienza e trattamento degli animali, indipendentemente dal titolo di studio.